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23 June 2020
Proteggiamo il nostro amico Albatros dall’estinzione

Il 19 giugno è la Giornata Mondiale dedicata all’Albatros, il meraviglioso uccello marino dall’enorme apertura alare (oltre 3 m), che vola su distanze lunghissime, attraversa gli oceani navigando con i venti e, in senso figurato, trasporta i nostri clienti verso le destinazioni più esotiche.

19 giugno: Giornata Mondiale dell’Albatros

Se a questi uccelli è stata dedicata una giornata, significa che purtroppo non se la passano troppo bene.

Come ci racconta Baudelaire nella sua poesia, un tempo i marinai per divertirsi erano soliti catturarli e prendersene gioco, oggi si direbbe bullizzarli.

L’animale così bello ed elegante quando viene lasciato libero di navigare nel cielo, trasferito negli spazi angusti del ponte della nave diventa goffo e maldestro, incapace di risollevarsi in volo con le sue ali troppo lunghe per permettergli di manovrare (come il poeta nella metafora Baudelairiana).

Ai tempi odierni gli andrà meglio? No, se è vero che 19 delle 21 specie viventi sono considerate a rischio di estinzione dalla IUCN. Sono animali longevi, possono superare i 60 anni di età, ma in compenso hanno un potenziale riproduttivo molto basso. Raggiungono la maturità sessuale a 7-8 anni e da allora ogni coppia produce un figlio ogni due anni.

 

Minacce per varie specie di albatros

Diversi fattori li minacciano, a cominciare dall’inquinamento dei mari. Nel contenuto gastrico degli esemplari morti, come nei rigurgiti (con cui i genitori nutrono i pulcini), sempre più spesso vengono trovate grandi quantità di plastica. La plastica con l’immersione in mare si ricopre di alghe e batteri, che le danno un odore molto simile a quello del pesce, cibo abituale dell’albatros. Il grande uccello ingerisce plastica credendola cibo, provocandosi occlusioni gastriche o intestinali.

Una seconda causa di morte è la pesca accidentale, di esemplari che restano presi all’amo o si aggrovigliano nei palamiti galleggianti e annegano. Nazioni come la Nuova Zelanda, patria di ben 17 specie di albatros e di grandi colonie nidificanti, stanno prendendo provvedimenti per limitare queste catture accidentali, come proibire la pesca coi palamiti galleggianti durante le ore diurne o zavorrare le lenze perché scendano a profondità irraggiungibili per un uccello.

Un’altra importante causa di mortalità sono i piccoli mammiferi introdotti dall’uomo sulle isole dove gli albatros nidificano. Gli uccelli nidificano al suolo, su piccole isole in aperto oceano dove un tempo non esistevano predatori. Un tempo, perché ora l’uomo con i suoi spostamenti ha introdotto, volontariamente o accidentalmente, piccoli mammiferi carnivori come i gatti e onnivori come i ratti. Se gli enormi adulti non lo temono, per le uova deposte nel nido o per i pulcini, incapaci di difendersi, un ratto è un pericolo mortale.

Insomma, tante minacce per il grande uccello dalle lunghe ali, fatte per sfruttare le correnti aeree in spazi sconfinati, forse inadatto a un mondo che sempre più premia l’opportunismo e la capacità di adattarsi. Vola veloce e portaci con te, Albatros, siamo pronti a seguirti in capo al mondo.

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